Online il rapporto 2020 pubblicato dall’European Data Portal (EDP) sullo stato di maturità degli open data resi disponibili dai portali nazionali dei Paesi membri UE27 e del regno Unito. Inoltre, quest'anno per la prima volta, entrano a far parte della valutazione anche i paesi del "Partenariato orientale" (EaP: Azerbaigian, Georgia, Moldova e Ucraina).
Il report 2020 mostra una crescita generale dello stato di maturità dei dati aperti: aumenta il numero dei paesi sul podio trend setter: ad Irlanda, Spagna e Francia si aggiungono Danimarca Estonia, Polonia e Austria. L’Italia si conferma tra i paesi fast tracker, il gruppo più numeroso, che conta 13 paesi, e totalizza un incremento del 10% del punteggio rispetto al 2019, attestandosi all’87% nell’ambito di una media europea del 78%.
Lo studio giunto alla sua sesta edizione valuta l’ecosistema Open data rispetto a 4 dimensioni: 1-Policy le politiche pubbliche adottate e la governance; 2-Impact la dimensione degli impatti in termini di effettivo riuso e impatto sul piano politico, sociale, ambientale ed economico; 3-Portal le performance dei portali nazionali quali interazione tra utenti, copertura dei dati aperti, interoperabilità; e infine, 4-Quality la qualità dei dati a partire dall’adozione della specifica DCAT-API ai linked data.
Un punteggio quello dell’Italia, che registra comunque, una percentuale che supera la media europea in tutte e quattro le dimensioni, e arriva a ottenere il 95% vs 72% della media Ue sull’ open data impact, classificandosi al 5°posto.
L’Italia supera il 90% anche nella dimensione dell’open data policy, con il 92% rispetto all’ 85% ella media Ue.
Per una immediata visione d'insieme si riportano a confronto i grafici 2019 e 2020 che riassumo i punteggi assegnati ai paesi valutati sul livello di maturità di rilascio dei dati di tipo aperto.
Fonte ODM2020
Fonte ODM2019
I risultati ODM 2020 dell’Italia
In linea con il lavoro intrapreso lo scorso anno, per il 2021 l’Italia dovrà continuare ad investire sulla Consapevolezza e sugli aspetti Tecnici degli open data e lavorare lungo queste due direttrici per:
- Migliorare la consapevolezza di imprese, cittadini e stakeholders sul potenziale che scaturisce dal riuso degli open data, soprattutto in campo commerciale.
- Le imprese, difatti, non sono informate a sufficienza sulle azioni intraprese dalle amministrazioni per il riutilizzo dei dati: emerge una discreta offerta di dati aperti che non corrisponde pienamente alla domanda.
- Per far fronte a questo aspetto, le amministrazioni stanno nominando persone dedicate per svolgere attività appropriate per promuovere la consapevolezza sui vantaggi del riutilizzo dei dati aperti. Oltre ad un sondaggio per comprendere il riuso degli open data da parte delle aziende.
- Perseguire gli obiettivi prefissati: oggi il modello di meta-datazione è compatibile con il profilo di metadati DCAT-AP e fornisce la possibilità di raccogliere i dati visualizzati in vari formati e di effettuare un controllo di qualità tramite l'utilizzo di un validatore. E’ stato implementato lo standard GeoDCAT-AP che rende accessibili i dati geo-spaziali aperti da data.gov.it.
Passando all’aspetto del riuso dei dati, emerge che i portali open data Italiani (insieme ad altri pochi paesi) dovrebbero riservare più spazio ai casi di riuso per fornire testimonianze e suggestioni su come possono essere utilizzati gli open data per creare servizi, applicazioni e prodotti.
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